08.01.2011
Benessere e risorse umane, in un libro le strategie della “Nice company”

Si avverte un bisogno improrogabile, quello di gestire le risorse umane in modo diverso. E’ finito il tempo dei tagliatori di teste, che hanno sinora fatto il lavoro sporco nelle imprese, quello di eliminare le persone. Servono ora responsabili delle risorse umane capaci di alzare la testa, di rivedere la cassetta degli attrezzi, di guardare con coraggio al cambiamento. Servono nuovi modelli, ma soprattutto uno stile nuovo. Alcuni lo chiamano wellness organizzativo, il cuore delle cosiddette “Nice company”. Di che cosa si tratta?La spiegazione è in un libro appena uscito presso l’editore Franco Angeli: “Wellness organizzativo. Benessere e capitale umano nella Nice company”, di Walter Passerini e Marco Rotondi). Un libro che contiene alcune significative esperienze di quelle che vengono definite come Nice company, che si sono poste il problema di costruire nuove e più efficaci strategie di vita e di relazione con le proprie persone e con l’ambiente.

Dopo un primo capitolo, che inserisce il tema della nuova impresa nel contesto della crisi e del post-crisi, evocando e ricostruendo, per esempio, la necessità di passare dalla religione del Pil alla costruzione di un Pil del benessere e della felicità, negli altri capitoli viene tracciato il modello del nuovo benessere e della qualità della vita di lavoro (wellness organizzativo). Vengono poi tracciate alcune esperienze di aziende importanti, tra le quali Ikea, Ibm, Bmw, Martini&Rossi, Robur e Luxottica, protagoniste della trasformazione dei rapporti con le risorse umane nella crisi e nel dopo-crisi. Infine, vengono citati alcuni orizzonti del futuro, guardando alla storia e al passato, con le esperienze di Adriano Olivetti e del gruppo Semco. Il libro sta suscitando una forte discussione nella comunità dei responsabili delle risorse umane. Buon segno, indice di una ritrovata voglia di cambiare.