21.12.2014
Che fare nel 2015 per avere la ripresa dell’occupazione?

C’è chi dice che non abbiamo ancora toccato il fondo e chi afferma che siamo al rimbalzo. Noi siamo relativamente ottimisti, anche se non ci nascondiamo che un conto è parlare di ripresa e crescita dell’economia, un altro conto è parlare di ripresa e aumento dell’occupazione. Quella che si sta verificando, infatti, è una leggera ripresa senza occupazione aggiuntiva, anzi con la disoccupazione che cresce. Sbaglia chi crede che basta puntare sugli incentivi alle imprese per avere più occupazione. Il problema è più complesso. La palla al piede del nostro paese è l’assenza di una nuova politica industriale: quali sono i settori economici su cui vogliamo puntare da qui al 2020? E’ una discussione che non è nemmeno cominciata. Incentivare l’occupazione senza avere un’idea di sviluppo economico è una contraddizione. O quantomeno, sarebbe un’operazione di nuovo al margine e non strutturale. Già abbiamo creato un dualismo insostenibile tra un mercato del lavoro relativamente stabile e un mercato precario e marginale. Oggi siamo preda di un nuovo dualismo tra chi ha e mantiene un posto di lavoro e chi verrà assunto nei prossimi mesi, che avrà delle tutele diverse. Forse i problema è ancora più complicato e risponde alla domanda: ma il lavoro è la vera priorità degli italiani? Per i cittadini italiani sì, per la classe politica dirigente sembra di no. Servivano e servono una visione del futuro, su quale Italia vogliamo. Molte riforme sono state messe sul fuoco, ma la vera priorità, quella su cui puntare per avere un po’ di sviluppo, l’abbiamo smarrita. Essere fiduciosi è importante e necessario, essere ingenui no. Le prossime settimane vedremo quanto il Job Act riuscirà a produrre. Ci auguriamo che vengano riempite anche da una discussione su quali sono i settori su cui vogliamo puntare per il futuro.