06.10.2013
Senza Soldi, l’ultimo libro di Walter Passerini e Mario Vavassori

“È indispensabile dichiarare una vera e propria battaglia culturale a favore del lavoro, che per i nostri padri era un fattore di dignità, di promozione e di coesione sociale”. E’ una delle ragioni per cui Walter Passerini e Mario Vavassori hanno scritto il libro “Senza Soldi”, edito da Chiarelettere oggi in libreria. Ma ve ne sono anche altre. Per esempio: “Il lavoratore ha diritto a una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa.” Lo dice la Costituzione italiana, articolo 36. E ancora: “Quasi il 94 per cento dei lavori creati nel 2011 sono part-time e il 42,5 per cento dei giovani ha contratti a tempo determinato.” Fonte Commissione europea, conferenza Jobs 4 Europe, 6 settembre 2012. “La soglia dei 1000 euro al mese per molti è addirittura un sogno, un miraggio, anche da parte di giovani che hanno un elevato titolo di studio”. E via di questo passo. “Non bisogna essere premi Nobel dell’economia per capire che se i salari sono bassi, anche i consumi ne risentono, in una pericolosa spirale al ribasso.”. Alcuni numeri: +46,6 per cento sono le famiglie che dichiarano di non potersi permettere una settimana di ferie lontano da casa;
+17,9 per cento: famiglie che dichiarano di non aver potuto riscaldare adeguatamente l’abitazione; +38,5 per cento: famiglie che dichiarano di non riuscire a sostenere spese impreviste di 800 euro. La fonte è il Report Istat, 10 dicembre 2012. “Dal 2002 al 2012 i valori di crescita delle retribuzioni annue sono i seguenti: dirigenti +24,6 per cento; quadri +30,1 per cento; impiegati +22,8 per cento; operai +24,6 per cento.
Sul fronte opposto l’inflazione ha eroso per il 24,5 per cento (Nic) e per il 33,1 per cento (alta frequenza) del potere d’acquisto. Chi ha vinto?”. “Negli ultimi vent’anni gli stipendi degli italiani sono rimasti fermi. E questo non solo ha ridotto fortemente il loro potere d’acquisto, ma ha creato una generazione di cosiddetti working poor, vale a dire una generazione di persone che sono povere pur avendo un lavoro. Se si è poveri lavorando, significa che il valore del lavoro è sceso drammaticamente.”. “In Italia i primi 100 supermanager di aziende quotate hanno portato a casa 352 milioni di euro in un solo anno, una media di 3,5 milioni a testa, 50.000 euro in più rispetto all’anno prima. E non tutti sono a capo di aziende floride.”. La fonte è l’elaborazione de «Il Sole 24 Ore» sui bilanci 2011. L’essere Senza Soldi, come recita il titolo del libro, sembra l’unica certezza di un futuro sempre più indefinibile. Questo libro, grazie alla più completa banca dati sulle retribuzioni in Italia, racconta le vicissitudini di operai, impiegati, quadri e dirigenti, puntando l’attenzione sull’erosione del valore delle paghe e del lavoro, nella generale indifferenza. La svalutazione degli stipendi aumenta insieme alla distanza tra chi guadagna molto e chi non ce la fa più ad arrivare alla fine del mese. Che fare? Bisogna rilanciare una vera questione salariale. Solo così possiamo salvarci. Questo libro finalmente spiega come. Intanto la politica perde tempo, troppo impegnata a difendere i propri privilegi.