08.12.2009
E ora soffiano venti di guerra su staff leasing, certificazione e buoni lavoro

Staff leasing, certificazione, buoni lavoro: purchè non scoppi un’altra guerra di religione. Sono alcune delle questioni che si stanno abbattendo sul pianeta lavoro. La base di dibattito è quella del disegno di legge 1167 che ha ripreso il suo iter al Senato il 24 novembre. E su quello che potrà essere presentato come collegato nella prossima finanziaria è ripresa un’attenzione particolare. La certificazione e i voucher hanno già trovato l’opposizione della Cgil. La certificazione è una transazione tra individuo e impresa, che possono di comune accordo derogare dagli stessi contratti, firmando un accordo di fronte ad un’autorità certificatrice. I voucher sono stati introdotti per far emergere il troppo sommerso che c’è nei piccoli lavori spesso domestici e non dovrebbero essere estesi in misura generalizzata. Ma è soprattutto sullo staff leasing che si sono riaccesi i fari. Previsto nel decreto legislativo 276 e dalla legge Biagi, lo staff leasing è stato abolito nella precedente legislatura ad opera del centro-sinistra, che l’ha simbolicamente immolato alla sua rissosa compagine. Non è il caso di riprendere uno scontro su questo punto. E una delle asperità sta proprio nello stesso nome e nelle condizioni della sua attuazione. Di per sé è uno strumento utile, se si trasforma in un’assunzione a tempo indeterminato di un lavoratore da parte di un’agenzia autorizzata del lavoro, che si fa carico del suo utilizzo. Diventa un problema se nel suo uso non vi sono vincoli né di tipo temporale (durata della permanenza in azienda) né di distanza geografica dell’eventuale trasferimento. Alcuni sono fieramente contrari all’affitto selvaggio di manodopera, altri ritengono che l’assunzione a tempo indeterminato, di questi tempi, sia il massimo che possa desiderare un lavoratore, magari disoccupato. Scarnificato della sua componente ideologica, la somministrazione a tempo indeterminato non è cattiva cosa, anzi. Il problema è quello di abbandonare l’aria di scontro e di crociata da parte dei due schieramenti. Se una persona trova di questi tempi avari il posto fisso diventa una notizia. L’importante è che tutto avvenga alla luce del sole e con precisi vincoli all’uso selvaggio di personale. Come spesso accade, lo strumento in sé può essere usato bene o strumentalizzato. Quello che è certo è che non abbiamo bisogno ora di una nuova guerra di religione.