26.04.2009
Come usare la crisi per fare un piano e trovare una nuova occupazione

Tutti mi chiedono: che cosa si può fare in questo momento di crisi? Molto, rispondo, seguendo un metodo che va personalizzato e, soprattutto, senza farsi scoraggiare. E’ vero, la confusione è grande sotto il cielo, ma alcuni segnali di speranza si cominciano ad avvertire. Per questo è importante che ciascuno adotti una strategia personale e si prepari per stare o rientrare più efficacemente nel mercato del lavoro.Innanzitutto il pensiero va a chi ha appena perso o sta perdendo il posto di lavoro. Qui si tratta di sapere se si ha o no qualche ammortizzatore sociale che possa, anche temporaneamente, sostenere il reddito. Gli interlocutori sono l’Inps, i sindacati, i patronati sindacali, che potranno inquadrare la situazione e aiutare a capire se nel frattempo è in corso un trattamento contributivo, anche figurativo. In molti casi, chi è in mobilità possiede una dote da portare a un’eventuale impresa che cerca personale. Chi può, resista. Sono in arrivo, anche se con il solito ritardo, gli ammortizzatori sociali regionali, che seguiranno strade proprie. nformarsi è regola importante. Se si sente scricchiolare il posto, la regola è: stare il più a lungo possibile legati al posto, adottando contratti di solidarietà, riduzioni di orario, temporanee riduzioni di stipendio, da concordare con le organizzazioni sindacali.

Un’altro suggerimento è quello di rivolgersi presso gli sportelli locali delle Agenzie del lavoro e adattarsi alle offerte in corso. Se si ha bisogno urgente di lavorare, qualche opportunità la si trova, anche se non sarà il massimo della vita. La crisi passerà e arriverà qualche cosa di meglio. Invece, se non si hanno urgenze impellenti il suggerimento è quello di adottare una strategia di riposizionamento. Fare l’analisi delle prprie competenze, dei propri punti di forza e dei punti di debolezza e cogliere l’occasione di migliorare il bagaglio formativo. Chi può, in questi periodi segua un corso di formazione, investa su se stesso.

Insomma, inutile lamentarsi. E’ necessario prendere in mano il proprio destino, darsi da fare, attrezzarsi e pensare che il nuovo lavoro non cascherà dal cielo, ma sarà frutto anche di un piano, di un programma di azione che in un momento di pausa di riflessione andrà adottato. Una’ltra considerazione, infine, è quella di pensare che il lavoro del futuro non sarà solo lavoro dipendente, ma anche intraprendente. Tirare fuori dal cassetto i propri sogni, prendere le giuste informazioni, costruire un business plan: che sia la volta buona per avviare una propria attività autonoma? Per mettersi in proprio? Alla prossima!