05.01.2014
Il 2014 sarà un anno ricco di opportunità: primi segnali positivi dal mercato del lavoro

Sarà un anno ricco di opportunità, all’insegna dell’Europa. A maggio ci saranno le elezioni europee, con l’election day che riguarderà anche le amministrative con oltre 20 milioni di elettori. Da luglio si apre il semestre di presidenza italiana della Ue. Intanto si avvertono primi venticelli di ripresa. Per esempio quello delle entrate e delle uscite dal mercato del lavoro. Non capitava da cinque trimestri. Per la prima volta da allora, le assunzioni superano licenziamenti e dimissioni. Una notizia positiva, anche se siamo ancora lontani dalla ripresa. Nel terzo trimestre del 2013 sono stati attivati 2.393.507 rapporti di lavoro, 86.781 in meno rispetto allo stesso trimestre del 2012 (-3,5%). Di questi 1.222.718 riguardano gli uomini, 1.170.789 le donne. Ma i rapporti di lavoro cessati sono stati anche se di poco inferiori: 2.384.350, di cui 1.129.290 riguardano le donne e 1.255.060 gli uomini. Il numero delle cessazioni risulta in diminuzione di 9,7 punti percentuali, pari a -257.497 unità. In tempi oscuri per l’occupazione, dobbiamo accontentarci di questo giro di boa della crisi, anche se la lotta per l’occupazione, la vera priorità del prossimo anno, richiederà sforzi eccezionali. Attivazioni sono i contratti avviati nel periodo e non le persone assunte. Infatti, gli assunti sono leggermente inferiori, 1.867.917, con un numero medio di attivazioni pro capite pari a 1,28; significa che uno stesso lavoratore è stato interessato da più rapporti di lavoro. I maschi sono 945.921, le donne 921.996. Le comunicazioni obbligatorie pubblicate dalla Direzione generale politiche dei servizi al lavoro del Ministero permettono anche di indagare sulle formule contrattuali più utilizzate. Oltre il 70% delle assunzioni effettuate è avvenuto con contratti a tempo determinato (1.685.498 unità), il 15,4% con contratti a tempo indeterminato (367.707) e il 6,4% con contratti di collaborazione (152.651). I dati confermano lo stallo dei rapporti di apprendistato, che sono stati solo 57.843, il 2,4% del totale. Tra i settori, sono i servizi a segnare il calo tendenziale più sostenuto di avviamenti nel periodo (-78.211 nuovi contratti, pari al – 4,5%), mentre l’industria perde 3,5 avviamenti su 100 e il comparto edile subisce il decremento maggiore perdendo, su base annua, 11.224 attivazioni (-7,6%). Piccola sorpresa: rispetto ad un anno prima le attivazioni nel settore agricoltura registrano un aumento di 3.103 avviamenti. Un altro segnale positivo è la contrazione delle cessazioni dei rapporti di lavoro, che segnala la riduzione di licenziamenti e dimissioni. La contrazione avviene in tutti i settori: spiccano l’industria in senso stretto (-10,5%) e le costruzioni (-11,7%). Le contrazioni riguardano sia licenziamenti (-9,8%) che dimissioni (-2,6%). Le professioni più richieste nel periodo sono state quelle di braccianti agricoli e camerieri e assimilati, sia uomini che donne. I contratti sono stati prevalentemente a termine. I contratti a tempo indeterminato hanno interessato prevalentemente muratori e personale non qualificato dell’edilizia civile (40%). L’apprendistato è stato maggiormente usato per commessi (8,7% delle attivazioni), baristi (8,1%), cuochi (8%) e muratori. Le regioni in cui vi sono stati i maggiori avviamenti al lavoro sono la Lombardia (326.600 attivazioni), il Lazio (300.569), la Puglia (273.647), la Campania (194.845), la Sicilia (190.697) e l’Emilia Romagna (185.829). In queste sei regioni si concentra il maggior numero di rapporti di lavoro attivati: il 61,5% del totale delle assunzioni.