29.12.2011
Senza pensioni, il libro di Passerini e Marino (Chiarelettere)

 La riforma delle pensioni ha creato scontenti e sconfitti. Ci dovevamo arrivare prima e con maggiore gradualità. La colpa è di quei governi che hanno preferito il gioco del cerino pur di non affrontare un tema spinoso per mantenere in modo miope il consenso elettorale. Ora è stato chiesto di fare il “lavoro sporco” a un governo tecnico, segno della sconfitta della vecchia politica. Il nuovo sistema, come ampiamente spiegato nel libro “Senza pensioni” di Walter Passerini e Ignazio Marino edito da Chiarelettere, ora porta tutti sulla strada del metodo contributivo. Significa che ci sarà un rapporto diretto tra ciò che viene versato in contributi e l’assegno che verrà ritirato in pensioni. E’ come se ciascuno avesse aperto un conto corrente individuale previdenziale, da cui dipenderà il suo futuro. Per questo è necessario accumulare quanti più contributi possibile, senza i quali la pensione futura rischia di essere insufficiente. Come si può fare? Che strategie adottare?Nero e grigio. Lavorare al nero è doppiamente sbagliato: dà l’illusione di guadagnare di più, ma è un boomerang per la pensione che senza contributi versati non ci sarà. Ci sono persone costrette a lavorare al nero, ma è necessario fare di tutto perché ciò non accada. Inoltre attenti all’elusione e che tutti i contributi corrispondano ai periodi effettivamente lavorati.La busta arancione. E’ importante avere periodicamente l’estratto conto della propria situazione contributiva e le proiezioni sull’ammontare della pensione futura. Purtroppo in Italia la busta arancione non c’è. L’Inps l’ha promessa in temi rapidi, speriamo che arrivi presto a ogni italiano, come succede in molti paesi europei: il resoconto contributivo è indispensabile.Gestione separata. In attesa del contratto a tutele crescenti a tempo indeterminato, che sarà la probabile novità della imminente riforma del lavoro, è un canale utile a fare contributi. Introdotta dalla riforma Dini, la gestione separata raccoglie i contributi di diverse categorie: in primis di coloro che non hanno una specifica cassa, che vengono introdotti nell’Inps; poi tutte le forme di collaborazione (cococo, contratti a progetto), i parasubordinati e così via; le partite Iva; i lavoratori autonomi occasionali; gli associati in partecipazione; i prestatori di lavoro occasionale accessorio, pagati con i buoni lavoro. L’ammontare dei contributi dei collaboratori è per due terzi a carico del committente e per un terzo a carico del collaboratore. L’aliquota è intorno al 26-27% contro il 33% del lavoratore dipendente.Somministrazione. Un caso a sé è il contratto di somministrazione, ex interinale, che permette di accumulare contributi nei modi e nei valori del lavoro dipendente a tempo indeterminato. Di fronte a 400mila finte partite Iva e a 800mila collaboratori a progetto, sottoposti ad aliquota del 27%, la somministrazione coinvolge quasi 300mila lavoratori, circa la metà giovani, che in questo modo hanno più tutele e possono sommare periodi di contribuzione che valgono il 33%. In aggiunta, i lavoratori del settore hanno anche un fondo pensioni integrativo di categoria, garantito da un ente bilaterale, che si chiama Fontemp. Il fondo aggiuntivo prevede che la quota del lavoratore (1%) e quella del datore di lavoro (1%) vengano entrambe versate dagli enti bilaterali e integrate fino al 4%. Inoltre anche se si lavora solo per un mese il fondo destina sei mesi di contributi.Totalizzazione. Nella manovra di Natale c’è una norma che permette di totalizzare i contributi anche se sono stati versati per poco tempo. E’ stata tolto il limite ancora esistente dei tre anni minimi necessari.Riscatto laurea. Infine un modo per incrementare contributi è quello di riscattare il periodo di laurea. La legge del 2008 è molto favorevole, il costo non è da tutti ma abbordabile (da 5mila a 7mila euro per ogni anno) e, se non servirà a uscire prima dal mercato del lavoro, avrà la funzione di incrementare il valore della futura pensione.